L’uso delle ortesi nella sclerosi multipla

L’uso delle ortesi nella sclerosi multipla

Il 30 Marzo è la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla. Si tratta di una malattia neurodegenerativa, complessa e difficilmente prevedibile, che colpisce il sistema nervoso centrale.

Si categorizza tra le patologie autoimmuni in quanto registra una reazione anomala delle difese immunitarie che attaccano alcuni componenti del sistema nervoso centrale scambiandoli per agenti estranei.

Grazie ai trattamenti e ai progressi della ricerca, le persone con sclerosi multipla oggi possono mantenere una buona qualità di vita con un’aspettativa non distante da chi non riceve questa diagnosi. In questo contesto le ortesi possono permettere lo sviluppo di una funzione, la ricostruzione di una competenza e la conservazione di un’abilità che altrimenti non risulterebbero possibili.

Le ortesi di per sé non creano e non sostituiscono alcuna funzione, ma permettono al soggetto di realizzarla. Permettono anche di confinare un difetto consentendo quindi di ritrovare e di valorizzare la parte più attiva e più positiva del sé legata alle risorse, senza sentirsi totalmente invaso dalla disabilità.

Inoltre, l’ortesi migliora la resistenza muscolare e la performance contenendo così i deficit. L’uso razionalizzato dell’ortesi può quindi aiutare a prevenire danni scheletrici secondari, che rappresentano la causa più frequente della perdita dei compensi.

Infine, attraverso il canale percettivo, permettono di avere informazioni aggiuntive o ridurre situazioni poco tollerabili, fornendo contenimento e quindi possibilità di riduzione al ricorso di altre forme di difesa, come l’aumento di spasticità.

Il ruolo dell’ortesi è cambiato: in passato bastava che si adattasse al segmento anatomico a cui era destinata, ora dev’essere idonea all’attività per cui quel segmento viene utilizzato e al percorso terapeutico che il riabilitatore sta seguendo per migliorare l’abilità del paziente.

La ricerca tecnologica nel campo delle ortesi ha come obiettivo quello di migliorare le caratteristiche di resistenza, leggerezza e igienicità per essere meglio tollerate dai pazienti e quindi per migliorare il benessere e la qualità della vita. 

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